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Comunicato stampa
La Commissione dei media dei vescovi rinuncia al suo mandato
I membri della Commissione per la comunicazione e le relazioni pubbliche (Commissione dei media) della Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) termineranno il loro mandato il 31 dicembre 2021. La ragione è dovuta a un nuovo panorama mediatico che, per poter agire e reagire in un modo adeguato ai tempi, necessita di formati più agili rispetto a quelli di un semplice gruppo consultivo.
La Commissione dei media è figlia del sinodo 72. Si sviluppò sotto Mons. Paul Henrici, vescovo incaricato dei rapporti con i media, diventando un gruppo di esperti della CVS che stabilì la strategia e le linee direttrici del lavoro nel contesto dei media. In collaborazione con la Conferenza centrale cattolica romana della Svizzera (RKZ) e il Sacrificio Quaresimale, nel 2015 furono istituiti i centri media cattolici a Losanna, Lugano e Zurigo.
Ora il panorama mediatico è fortemente cambiato. Nelle diocesi e nelle chiese locali sono stati creati settori della comunicazione che svolgono il lavoro di comunicazione rapidamente e adeguatamente sul posto e attraverso tutti i canali. A livello locale i centri media delle regioni linguistiche fungono da «portavoce della Chiesa cattolica», sebbene totalmente indipendenti dal punto di vista giornalistico e legittimati dal punto di vista giuridico da una propria amministrazione. Per quanto riguarda la Conferenza dei vescovi svizzeri, oggi il lavoro dei media si limita alle comunicazioni dei vescovi dopo le loro assemblee plenarie e alle prese di posizione su temi religiosi e sociali rilevanti. Questa attività può essere portata avanti anche senza un gruppo di esperti.
Rientra nel settore di competenza della Commissione dei media l’organizzazione e la realizzazione delle cosiddette collette per i media e del Premio cattolico dei media.
Ha rinunciato al suo mandato anche Mariano Tschuor, membro della commissione dal 2009 e presidente dal 2017.
«Per decenni la Commissione dei media ha svolto un lavoro importante e di guida. Ringrazio di cuore tutti gli ex e gli attuali membri della commissione, in particolare il presidente Mariano Tschuor e la segretaria amministrativa Encarnación Berger-Lobato per il suo impegno al servizio della Chiesa cattolica in Svizzera. Ora è necessaria una pausa di riflessione per poter tornare a essere attivi in modo efficace in un contesto mediatico differente» spiega il vescovo suffraganeo Mons. Alain de Raemy.
Contatto
Mariano Tschuor, presidente della Commissione per la comunicazione e le relazioni pubbliche della CVS, mariano.tschuor(a)gmail.com<about:blank> oppure 079 756 63 00
Link comunicato stampa<https://www.ivescovi.ch/la-commissione-dei-media-dei-vescovi-rinuncia-al-su…>
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Communiqué de presse
La Commission des médias des évêques remet son mandat
Les membres de la Commission pour la communication et les relations publiques (Commission des médias) de la Conférence des évêques suisses CES démissionneront de leur mandat au 31 décembre 2021. La raison à cela tient à l’évolution du paysage médiatique qui, pour pouvoir agir et réagir dans l’esprit de notre époque, exige des formats plus agiles qu’un organe purement consultatif.
La Commission des médias de la CES est née lors du Synode 72. Sous la direction de Mgr Peter Henrici, évêque des médias elle s’est développée en un organe de la CES qui a défini la stratégie et les lignes directrices du travail médiatique. En collaboration avec la Conférence centrale catholique romaine (RKZ) et Action de Carême, les centres médiatiques catholiques de Lausanne, Lugano et Zurich ont été mis en place en 2015.
Depuis, le paysage médiatique a beaucoup changé. Dans les diocèses et dans les églises cantonales, des unités de communication ont été créées qui effectuent le travail médiatique sur place et sur tous les canaux diligemment et dans les règles de l’art. Les centres médiatiques régionaux sont considérés comme le porte-parole de l’Église catholique dans leur région, bien qu’ils soient totalement indépendants sur le plan journalistique et légitimés juridiquement par un organisme distinct. Au niveau de la Conférence des évêques suisses, le travail médiatique se limite aujourd’hui aux déclarations des évêques après leurs assemblées plénières et aux déclarations sur des questions religieuses et sociales pertinentes – un travail qui peut également être effectué sans panel d’expertes et d’experts.
La Commission des médias est responsable de l’organisation et de la mise en œuvre de la « Collecte du Dimanche des médias » et du « Prix catholique des médias ».
Mariano Tschuor, membre depuis 2009 et président de la Commission depuis 2017, a également remis son mandat.
« Pendant des décennies, la Commission des médias a accompli un travail important et novateur. Pour cela, je remercie chaleureusement tous les membres anciens et actuels de la Commission, en particulier Mariano Tschuor, Président, et Encarnación Berger-Lobato, Secrétaire exécutive, pour leur engagement au service de l’Église catholique en Suisse. Aujourd’hui, une pause de réflexion est nécessaire afin de pouvoir travailler efficacement dans un environnement médiatique en mutation », précise l’évêque auxiliaire Alain de Raemy.
Contact
Mariano Tschuor, Président de la Commission pour la communication et les relations publiques de la CES, mariano.tschuor(a)gmail.com<mailto:mariano.tschuor@gmail.com> ou 079 756 63 00
Lien vers le communiqué de presse<https://www.eveques.ch/la-commission-des-medias-des-eveques-remet-son-manda…>
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Comunicato stampa
Astrid Alexandre è la vincitrice del Premio cattolico dei media 2021 della Conferenza dei vescovi svizzeri
Con la sua serie di podcast «1,7 milliuns»<https://www.rtr.ch/cultura/cultura/seria-auditiva-1-7-milliuns> su RTR, quest’anno la vincitrice del Premio cattolico dei media della Conferenza dei vescovi svizzeri è la giornalista radiofonica Astrid Alexandre. Riceve invece una menzione speciale il giornalista Martin Schmidt per la sua intervista « Kronig muss gehen. Ein letztes Gespräch mit einem Sterbenden » pubblicata sul Walliser Bote.
« Meritiamo una chance»
In questa edizione la giuria del Premio cattolico dei media ha avuto il privilegio di poter scegliere da un elenco di candidati straordinariamente lungo e variegato. «1,7 milliuns»<https://www.rtr.ch/cultura/cultura/seria-auditiva-1-7-milliuns>, la serie di podcast di Astrid Alexandre, ha conquistato la giuria in quanto nel corso di sette episodi l’autrice mette l’accento sulle diverse sfaccettature e sfide della vita delle persone con disabilità. In Svizzera circa una persona su cinque convive con un handicap fisico, cognitivo o psichico. Nonostante negli ultimi anni si sia fatto qualche passo avanti verso l’inclusione, queste persone continuano a rimanere poco visibili nel mondo professionale, associativo e culturale. Le loro disabilità continuano a essere determinanti nella nostra percezione e come società ci riesce ancora difficile vedere prima di ogni altra cosa la persona anziché concentrarci sulla sua disabilità. „Avremo pure un handicap, ma siamo anche persone. Anche noi meritiamo una chance“, è il pensiero che Astrid Alexandre esprime attraverso le parole della trentenne Cristina. Fin da bambina Cristina è affetta da una paralisi laterale e alcuni anni fa ha avuto un ictus cerebrale. Adesso segue una formazione per diventare assistente écolsiv<https://www.unterstrass.edu/innovation/ecolsiv/>. Questa formazione inclusiva le consentirà più tardi di lavorare in una scuola ‑ un ambiente di lavoro che prima non era accessibile alle persone con disabilità. La serie podcast invita alla riflessione ed è una risposta positiva alla dignità unica e inviolabile di ogni singolo essere umano.
Il Premio cattolico dei media è dotato di 4000 franchi.
«Proprio in questa fase difficile mi accorgo enormemente di quanto nostro Signore mi aiuti»
Le interviste sui quotidiani sono una lettura molto comune. Ma quella di Martin Schmid «Kronig muss gehen. Ein letztes Gespräch mit einem Sterbenden » (Kronig deve andare. Un ultimo colloquio con un malato terminale) è piaciuta particolarmente alla giuria nonostante la sua classica forma di intervista. Schmid intervista un giovane sacerdote presso il servizio di cure palliative – solo poche settimane prima della sua morte per leucemia. Con domande mirate e una curiosità non priva di rispetto riesce a dare spazio e normalità alle ultime importanti domande sulla vita. Schmidt ci regala un testo ricco di speranza – presentato con un eccezionale stile giornalistico.
La menzione speciale è dotata di 1000 franchi.
La giuria
La giuria del Premio cattolico dei media 2021, sotto la presidenza di Anita Capaul, amministratrice della Chasa Editura Rumantscha, è composta dai seguenti membri:
- Alain de Raemy, vescovo dei media, vescovo ausiliare di Losanna, Ginevra e Friburgo
- Davide Adamoli, giornalista e archivista presso la Diocesi di Lugano
- Encarnación Berger-Lobato, responsabile Marketing & Comunicazione della Conferenza dei vescovi svizzeri
- Bernard Litzler, direttore del Centro cattolico dei di Losanna
- Harry Ziegler, caporedattore dello Zuger Zeitung
Consegna dei premi
La consegna dei premi avrà luogo
il 9 dicembre 2021 alle 18.15
presso il centro parrocchiale della Trinità, alla Rotonda
Taubenstrasse 4, 3011 Berna
mappa<https://www.kathbern.ch/fileadmin/user_upload/Pfarreien/Dreifaltigkeit/Doku…>: utilizzare l’ingresso sulla Sulgeneckstrasse
La consegna dei premi avverrà in presenza del vescovo ausiliare Alain de Raemy, che pronuncerà l’elogio. Iscrizioni a info(a)ivescovi.ch<mailto:info@ivescovi.ch>.
Astrid Alexandre, cresciuta nei Grigioni in una famiglia svizzero-belga, è giornalista radiofonica e musicista. Lavora a tempo parziale come redattrice presso la Radiotelevisiun Svizra Rumantscha, dove realizza servizi tra l’altro su arte, cultura e società. Inoltre, in qualità di musicista, è possibile ascoltare Alexandre da solista o in diversi gruppi. Sia per la sua carriera artistica sia per la sua attività di giornalista ha già ricevuto diversi riconoscimenti.
Martin Schmidt è giornalista presso il Walliser Bote. Il trentatreenne è cresciuto nella parte germanofona del Vallese e ha studiato scienze economiche e sociali presso l’università di Berna. Da sei anni ricerca e scrive per il quotidiano locale, il Walliser Boten, dove nel frattempo dirige la divisione economica. Scrive articoli sull’economia e anche storie di villaggi, destini e tutto ciò che mette in moto le persone nella regione. Oltre al suo lavoro di giornalista Schmidt gioca con passione a calcio per puro diletto.
Il Premio cattolico dei media della Conferenza dei vescovi svizzeri
Quale segno di riconoscenza e stima dinanzi al lavoro e alla responsabilità dei media, i vescovi svizzeri attribuiscono annualmente il Premio cattolico dei media. Tramite questo riconoscimento, intendono premiare le opere ed iniziative che riflettono il messaggio del Vangelo al di fuori dei media propri alla Chiesa.
Elenco di tutti i vincitori<https://www.commissione-media.ivescovi.ch/premio-cattolico-dei-media/partic…>
Link comunicato stampa<https://www.ivescovi.ch/premio-cattolico-dei-media-2021/>
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Communiqué de presse
Astrid Alexandre remporte le Prix catholique des médias 2021 de la Conférence des évêques suisses
La journaliste radio Astrid Alexandre remporte le Prix catholique des médias 2021 de la Conférence des évêques suisses avec son podcast « 1,7 milliuns »<https://www.rtr.ch/cultura/cultura/seria-auditiva-1-7-milliuns> diffusé sur la RTR. Un prix spécial est décerné au journaliste Martin Schmidt pour son interview « Kronig muss gehen. Ein letztes Gespräch mit einem Sterbenden » (Walliser Bote).
« Nous méritons d’avoir une chance »
Le jury du Prix catholique des médias a eu cette année le privilège de pouvoir effectuer son choix parmi une longue liste de candidatures variées. Le podcast « 1,7 milliuns »<https://www.rtr.ch/cultura/cultura/seria-auditiva-1-7-milliuns> d’Astrid Alexandre a convaincu le jury : en sept épisodes, l’auteure aborde les différentes facettes ainsi que les défis que doivent relever les personnes en situation de handicap. En Suisse, près d’une personne sur cinq vit avec un handicap physique, cognitif ou psychique. Bien que l’inclusion ait progressé ces dernières années, ces personnes restent peu visibles dans le monde professionnel, associatif ou culturel. Leur handicap reste le prisme par lequel nous les percevons, et notre société a toujours autant de peine à considérer d’abord la personne plutôt que son handicap. « Nous avons peut-être un handicap, mais nous sommes aussi des êtres humains. Et nous méritons nous aussi d’avoir une chance », affirme Cristina, 30 ans, au micro d’Astrid Alexandre. Cristina est atteinte d’hémiplégie depuis l’enfance et a été victime, il y a quelques années, d’une attaque cérébrale. Elle suit actuellement une formation d’assistante écolsiv<https://www.unterstrass.edu/innovation/ecolsiv/>. Cette formation inclusive lui permettra plus tard de travailler dans une école – un domaine professionnel jusqu’à maintenant inaccessible aux personnes en situation de handicap. Ce podcast invite à la réflexion et affirme la dignité unique et inaliénable de chaque être humain.
Le Prix catholique des médias est doté de 4000 francs.
« En ces temps difficiles, je remarque clairement à quel point le Seigneur m’aide »
La presse quotidienne propose régulièrement des entretiens. L’interview de Martin Schmidt « Kronig muss gehen. Ein letztes Gespräch mit einem Sterbenden » a particulièrement plu au jury malgré un format classique. Martin Schmidt s’entretient avec un jeune prêtre en soins palliatifs – quelques semaines seulement avant son décès des suites d’une leucémie. Posant des questions précises et faisant preuve d’une curiosité toujours respectueuse, il parvient à donner de l’espace et à conférer un aspect de normalité aux dernières grandes questions de la vie. Martin Schmidt nous propose un texte empli d’espoir – avec un sens du journalisme du meilleur niveau.
Le prix spécial est doté de 1000 francs.
Le jury
Le jury du Prix catholique des médias 2021, présidé par Anita Capaul, directrice de Chasa Editura Rumantscha, est composé des personnes suivantes :
- Mgr Alain de Raemy, évêque auxiliaire du diocèse de Lausanne, Genève et Fribourg
- Davide Adamoli, journaliste et archiviste, diocèse de Lugano
- Encarnación Berger-Lobato, responsable Marketing et communication, Conférence des évêques suisses
- Bernard Litzler, directeur du Centre catholique des médias, Lausanne
- Harry Ziegler, rédacteur en chef, Zuger Zeitung
Remise de prix
La remise de prix aura lieu en public
le 9 décembre 2021, à 18h15
à la cure de la Sainte-Trinité à Berne, dans la rotonde
Taubenstrasse 4, 3011 Berne
(carte<https://www.kathbern.ch/fileadmin/user_upload/Pfarreien/Dreifaltigkeit/Doku…> : entrée par la Sulgeneckstrasse)
Le prix sera remis en présence de Mgr Alain de Raemy, évêque auxiliaire, qui prononcera l’éloge. Inscription par e-mail à info(a)bischoefe.ch<mailto:info@bischoefe.ch>.
Astrid Alexandre, qui a grandi au sein d’une famille helvético-belge dans les Grisons, est journaliste radio et musicienne. Elle travaille à temps partiel en tant que rédactrice auprès de Radiotelevisiun Svizra Rumantscha (RTR), où elle est chargée notamment des questions concernant l’art, la culture et la société. Astrid Alexandre est également soliste et joue au sein de diverses formations. Elle a déjà reçu plusieurs récompenses pour son travail journalistique mais aussi pour son excellence musicale.
Martin Schmidt, âgé de 33 ans, est journaliste auprès du « Walliser Bote ». Il a grandi dans la partie germanophone du canton du Valais et a étudié les sciences économiques et sociales à l’Université de Berne. Depuis six ans, il effectue des recherches et écrit dans le journal local « Walliser Bote », où il dirige désormais la rubrique économique. Ses articles sont consacrés à des questions d’ordre économique mais aussi à des histoires villageoises et à tout ce qui anime la région. Outre son métier de journaliste, Martin Schmidt adore jouer au football, mais en amateur.
Le Prix catholique des médias de la Conférence des évêques suisses
Les évêques suisses décernent le Prix catholique des médias en signe de reconnaissance et d’estime d’un travail journalistique responsable. Ils souhaitent ainsi récompenser des œuvres et initiatives donnant corps, hors des médias propres à l’Eglise, au message de l’Evangile.
Liste des précédents gagnants et gagnantes<https://www.kommission-medien.bischoefe.ch/katholischer-medienpreis/teilnah…>
Lien vers le communiqué de presse<https://www.eveques.ch/prix-catholique-des-medias-2020-3/>
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Communiqué de presse
Permettre la « réinstallation » des réfugiés
La 333e assemblée ordinaire de la Conférence des évêques suisses (CES) s’est déroulée du 13 au 15 septembre 2021 à Viège, au centre de formation St. Jodern.
Profonde inquiétude pour les requérants d’asile fuyant l’Afghanistan
Les évêques suisses expriment leur sympathie et leur profonde inquiétude quant à la situation actuelle des réfugiés dans le monde entier, et ils soulignent la responsabilité particulière de la communauté internationale envers l’Afghanistan. Dans de nombreuses cures et paroisses, des bénévoles engagés ainsi que des collaboratrices et collaborateurs entretiennent des contacts et ont des liens d’amitié avec des ressortissantes et ressortissants d’Afghanistan et partagent leur inquiétude pour leurs proches dans leur pays d’origine. « Là où l’évangile dit : des pauvres, vos en aurez toujours » (Matthieu 26:11), nous entendons aujourd’hui : « des réfugiés, vous en aurez toujours. » Cette parole nous tient les oreilles et le cœur en alerte », affirme Mgr Jean-Marie Lovey en tant que membre responsable pour la pastorale de Migration. La CES remercie les croyantes et croyants ainsi que les œuvres d’entraide pour leur grand engagement en faveur des personnes du monde entier.
La CES a souscrit à la déclaration du Conseil suisse des religions invitant les gouvernements à réagir à cette situation en faisant preuve d’humanité, en fournissant une aide rapide, en facilitant les départs et en accordant l’asile. La déclaration interreligieuse sur les réfugiés<https://www.ratderreligionen.ch/wp-content/uploads/Interreligi%C3%B6se-Erkl…> publiée en 2018 par le Conseil oblige la CES. Un point important de cette déclaration est la « réinstallation » des réfugiés, selon laquelle les réfugiés reconnus par le Haut Commissariat des Nations unies pour les réfugiés (UNHCR) et qui sont dans l’impossibilité de rester dans le pays dans lequel ils séjournent doivent pouvoir se déplacer vers des pays tiers prêts à les accueillir. L’Église catholique, à l’instar d’autres communautés religieuses, a déjà proposé une aide concrète dans de nombreux endroits de Suisse. La CES lance donc un appel au monde politique suisse : des mesures doivent être prises rapidement pour améliorer l’accueil de réfugiés sous la forme de programme de réinstallation, et les réfugiés d’Afghanistan déboutés doivent pouvoir être admis au moins temporairement en Suisse.
Synode des évêques 2023
Les 9 et 10 octobre prochains, une cérémonie solennelle à Rome donnera pour l’Église catholique romaine le coup d’envoi de l’itinéraire synodal, qui culminera avec le synode en 2023. Le pape François souhaite une Église synodale – une Église où chacun est à l’écoute des autres et où chacun parle aux autres. Une semaine plus tard, le 17 octobre, le Synode commencera dans les diocèses du monde entier. Dans un premier temps, il s’agira de consulter les croyants des diocèses (phase diocésaine). A cet égard, les membres de la CES ont discuté des activités prévues dans les divers diocèses. Auront ensuite lieu la phase continentale (2022) et la phase universelle à Rome (2023). La CES a défini un calendrier commun pour les étapes intermédiaires requises au niveau de la CES. Pour accompagner le processus synodal, les évêques recommandent de recourir à nouveau davantage aux quatre « Prières eucharistiques pour des circonstances particulières ». En effet, elles sont issues de la « prière eucharistique synodale », qui a été récitée pendant le synode 72 en Suisse, et ont ensuite été ajoutées au missel pour le monde entier. Pleinement confiants dans l’Esprit-Saint pour les guider, les membres de la CES s’engagent sur ce parcours à l’échelon mondial qui portent en premier lieu sur des questions concernant « la communauté, la coopération et la mission » de l’Eglise.
Motu proprio « Traditionis custodes »
Par ce « motu proprio », le pape François a édicté de nouvelles dispositions pour la gestion des formes liturgiques qui ont précédé le IIe concile œcuménique du Vatican. La CES en a discuté et a trouvé un accord pour une approche commune prenant en considération la situation dans les différents diocèses. La mise en œuvre concrète incombe aux évêques diocésains et abbés territoriaux.
Personne n’a le droit de contaminer autrui
Depuis le début de la semaine, il est obligatoire de présenter un certificat Covid pour participer aux cérémonies religieuses et autres réunions ecclésiales et religieuses de plus de 50 personnes dans des espaces clos – un signe manifeste que la pandémie n’est pas encore terminée. Seule la solidarité permettra d’en venir à bout. « Se vacciner est un acte d’amour », a déclaré le pape François, « d’amour de soi, d’amour des proches et amis et d’amour entre les peuples. Par de tels gestes simples, nous pouvons tous contribuer à changer et à améliorer la société ». Les évêques suisses encouragent donc tous les prêtres, aumôniers et croyants à se faire vacciner contre le coronavirus. Personne n’a le droit de contaminer autrui.
Abus sexuels dans le contexte ecclésial
La CES a pris connaissance des statistiques 2020<https://www.eveques.ch/wp-content/uploads/sites/3/2021/09/Statistik_2020_f.…> des annonces reçues par les groupes d’experts diocésains concernant des abus sexuels dans le contexte ecclésial. Deux cas ayant eu lieu après 2000 ont été annoncés. Ils concernent des personnes adultes.
Par ailleurs, 19 cas prescrits ont été annoncés, dont 15 se sont déroulés entre 1950 et 1980. Les statistiques montrent que les mesures prises depuis 2002 font effet. Le nombre de cas annoncés reste dans le même cadre de ces dernières années (ne sont pas compris les cas annoncés à la CECAR<http://cecar.ch/wordpress/> que celle-ci traite elle-même).
La CES invite une nouvelle fois les victimes à s’annoncer aux groupes d’experts diocésains ou à d’autres services reconnus d’aide aux victimes.
Élection de la présidence de la CES (2022-2024)
Les membres de la CES ont confirmé à leur fonction les membres de la présidence pour la prochaine mandature :
- Mgr Felix Gmür (évêque de Bâle), président
- Mgr Markus Büchel (évêque de St-Gall), vice-président
- Mgr Alain de Raemy (évêque auxiliaire de Lausanne-Genève-Fribourg), membre de la présidence
Plusieurs domaines d’attribution seront modifiés comme suit à partir du 1er janvier 2022 :
- Responsable pour le dialogue œcuménique : Mgr Joseph Maria Bonnemain (coresponsable : Abbé Urban Federer)
- Responsable pour la Commission pour le dialogue avec les Musulmans : Mgr Alain de Raemy, évêque auxiliaire (sortant) (coresponsable : Mgr Charles Morerod)
- Responsable pour le dialogue avec les distancés et les non-croyants : Mgr Charles Morerod (coresponsable : Mgr Alain de Raemy, évêque auxiliaire)
- Responsable pour le monde de la culture : Mgr Charles Morerod (coresponsable : Mgr Alain de Raemy, évêque auxiliaire)
- Responsable pour l’apostolat des laïcs : Mgr Joseph Maria Bonnemain (coresponsable : Mgr Markus Büchel)
- Responsable pour les questions féminines / Conseil des femmes : Mgr Markus Büchel (sortant) (coresponsable : Mgr Joseph Maria Bonnemain).
Rencontre avec le Nonce Apostolique
La CES a accueilli le Nonce Apostolique en Suisse, l’archevêque Martin Krebs pour un échange fraternel.
Nominations
La CES a nommé les prêtres suivants aux postes de coordinateurs nationaux :
* Egidio Todeschini, Schaan/FL, pour les communautés italophones (50%)
* Aloisio Araujo, Lucerne, pour les communautés lusophones (30%)
* Antonio Šakota OFM, Zurich, pour les communautés croatophones (30%)
* Krzysztof Wojtkiewicz, Marly/FR, pour les communautés polonophones (20%)
Le coordinateur pour les communautés hispanophones sera nommé ultérieurement.
Par ailleurs, la CES a nommé l’abbé Jean-Pierre Brunner (Naters/VS) au poste de juge à l’Officialité interdiocésaine.
Célébration eucharistique dans la chapelle
La messe de mercredi matin à 7h15 dans la chapelle du centre de formation St. Jodern a été diffusée en direct par Radio Maria.
Lien vers le communiqué de presse<https://www.eveques.ch/333e-ao/>
Conférence des évêques suisses (CES)
La Conférence des évêques suisses a été fondée en 1863; elle a été la première assemblée au monde des évêques d’un pays à se rassembler régulièrement, à avoir une structure juridique et exercer des fonctions de direction ecclésiale. Constituée en association, elle réunit les évêques catholiques de tous les diocèses ainsi que les abbés des abbayes territoriales de Suisse. Son organe suprême est l’assemblée ordinaire de tous les évêques, qui se rencontre quatre fois par année.
www.bischoefe.ch<http://www.bischoefe.ch>
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Comunicato stampa
L’enorme divario patrimoniale desta preoccupazione!
TUTTAVIA l’iniziativa 99% è troppo limitata!
La Commissione nazionale svizzera Giustizia e Pace si è occupata intensamente delle richieste dell’iniziativa 99%. Concretamente negli ultimi decenni le differenze patrimoniali sono aumentate enormemente, come dimostrano le varie inchieste e statistiche più recenti. In questo contesto entrano in gioco questioni riguardanti la legittimità, i redditi da attività lucrativa e da capitale, ma anche la coesione sociale.
In Svizzera l’1% dei ricchi possiede circa il 43% della ricchezza totale. Nella maggior parte dei casi questi capitali elevati provengono da un’eredità e non dal proprio lavoro. Le differenze patrimoniali in Svizzera sono straordinariamente elevate rispetto a tanti Paesi europei vicini. Da questa disomogeneità derivano vantaggi politici, sociali ed economici per pochi, che possono influire negativamente anche sulle decisioni politico-sociali. L’iniziativa 99% intende contribuire a trovare una soluzione a questa situazione.
Tuttavia, da un’analisi più approfondita si evince che il progetto lascia aperte molte questioni. Una maggiore imposizione fiscale sui redditi da capitale rappresenta certamente una fonte di reddito per lo Stato e per i suoi maggiori compiti, e soddisfa al contempo il principio stabilito dalla Costituzione di una «tassazione secondo la capacità economica», tuttavia non solleva la questione della ripartizione in un più ampio contesto di politica sociale ed economica. Non vengono considerate le questioni relative a uno sgravio fiscale sul reddito da lavoro a svantaggio del consumo delle risorse (riforma fiscale socio-ecologica) e di una riforma del diritto in materia di successione orientata più al principio delle prestazioni e meno a quello della discendenza.
Una prospettiva etico-sociale mira soprattutto al benessere della comunità e al bene delle parti maggiormente coinvolte. A livello mondiale le enormi differenze di reddito e patrimonio e le relative possibili conseguenze sono un tema che desta preoccupazione. Questo progetto di votazione comprende anche la questione di come finanziare in modo giusto le crescenti spese dello Stato. Per questa ragione la commissione Giustizia e Pace condivide la richiesta generale dell'iniziativa. Tuttavia si rammarica del fatto che la legittima richiesta non sia inserita nel contesto molto urgente della necessità di una trasformazione sociale ed ecologica della nostra economia.
Link Comunicato stampa<https://www.ivescovi.ch/sgravare-i-salari-tassare-equamente-il-capitale/>
Contatto
Dr. Wolfgang Bürgstein, segretario generale di Giustizia e Pace
Cellulare: +41 78 824 44 18, e-mail: wolfgang.buergstein(a)juspax.ch<mailto:wolfgang.buergstein@juspax.ch>
Giustizia e Pace è una commissione consultiva della Conferenza dei vescovi svizzeri. Essa si impegna nelle questioni sociali, politiche, economiche ed ecologiche chiave da un punto di vista sociale ed etico.
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Alpengasse 6, PF, 1701 Freiburg i.Ü., I : http://www.bischoefe.ch<http://www.sbk-ces-cvs.ch>
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Communiqué de presse
Les énormes différences de fortune ont de quoi inquiéter
MAIS : l’initiative 99% est insuffisante !
La commission nationale suisse Justice et Paix a analysé de manière approfondie les revendications de l’initiative 99%. Il est vrai que les différences de fortune ont fortement augmenté ces dernières décennies. Différentes enquêtes et statistiques récentes le prouvent. Cela soulève des questions de justice, du traitement différent des revenus du travail et du capital mais aussi de la cohésion sociale.
En Suisse, 43 pour cent de la fortune globale sont aux mains d’un pour cent des gens fortunés. Ces grandes fortunes sont en grande partie héritées et non acquises par le travail. Les différences de fortune sont particulièrement importantes en Suisse par rapport à beaucoup de pays voisins européens. Il en résulte des avantages politiques, sociaux et économiques pour une petite partie des gens qui peuvent aussi avoir une influence négative sur les décisions sociopolitiques. L’initiative 99% veut contribuer à apporter une solution à cet état de fait.
Une analyse plus précise montre cependant que l’initiative laisse trop de questions ouvertes. Une imposition plus élevée des hauts revenus du capital crée certes une source supplémentaire de revenus pour les tâches croissantes de l’État et répond au principe dicté par la Constitution de « l’imposition selon la capacité économique », mais elle rate l’occasion de poser la question de la répartition des richesses dans un contexte de politique sociale et économique plus large. Des questions relatives à un allégement du revenu du travail à charge de l’utilisation des ressources (réforme fiscale socio-écologique) et d’une réforme du droit successoral, plus orienté sur le principe du mérite que sur celui de l’origine, ne sont pas abordées.
Une perspective éthique sociale prend surtout en compte le bien commun et le bien des plus déshérités. Dans le monde entier, les différences énormes de revenu et de fortune et les influences possibles qu’elles permettent sont un sujet qui donne matière à s’inquiéter. Mais cet objet de votation soulève aussi la question de savoir comment financer de manière juste les dépenses croissantes de l’État. C’est pourquoi, si la commission Justice et Paix partage le souci premier de l’initiative, elle regrette que son but justifié n’ait pas été placé dans le contexte des questions beaucoup plus pressantes d’une nécessaire transformation socio-écologique de notre économie.
Lien communiqué <https://www.eveques.ch/alleger-les-impots-sur-les-salaires-imposer-equitabl…>
Contact
Wolfgang Bürgstein, secrétaire général de Justice et Paix :
Portable :+41 78 824 44 18, courriel : wolfgang.buergstein(a)juspax.ch<mailto:wolfgang.buergstein@juspax.ch>
Justice et Paix est une commission consultative de la Conférence des évêques suisses qui analyse surtout des questions sociales, politiques, économiques et écologiques sous l’angle de l’éthique sociale.
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Comunicato stampa
Nuova direzione dell’Ufficio della Commissione di esperti «Abusi sessuali in ambito ecclesiale»
La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) ha nominato Karin Iten e il Dr. Stefan Loppacher codirettori dell’Ufficio della Commissione di esperti «Abusi sessuali in ambito ecclesiale», funzione svolta dal 2002 da Mons. Dr. Joseph Maria Bonnemain, prima della sua nomina a vescovo di Coira. Iten e Loppacher assumeranno questa responsabilità dal 1° ottobre 2021.
Con Karin Iten e Dr. Stefan Loppacher l’Ufficio può contare su due professionisti riconosciuti e preparati; essi lavorano già insieme presso la Diocesi di Coira, ciascuno per un grado di occupazione del 50%, come incaricati della prevenzione. Nel contesto della Commissione di esperti lavoreranno in job sharing per un grado di occupazione del 30%. I compiti principali dell’Ufficio sono, tra l’altro, il collegamento e il coordinamento delle misure regionali nell’ambito dell’intervento e della prevenzione dello sfruttamento sessuale nel contesto ecclesiale. L’Ufficio lavora in collaborazione con la CVS, pur essendo indipendente da essa per quanto riguarda il suo ambito di attività. Loppacher e Iten lavoreranno a Zurigo.
Karin Iten ha studiato scienze naturali e ambientali al PF di Zurigo, ha un’esperienza pluriennale nella formazione degli adulti, nell’attività di consulenza e nel lavoro di progetto nel settore della prevenzione della violenza. In qualità di direttrice Karin Iten ha contribuito per undici anni alla gestione di Limita, l’organismo di prevenzione dello sfruttamento sessuale, trasformandolo in un centro di competenza in Svizzera tedesca.
Il Dr. Stefan Loppacher ha studiato diritto canonico a Roma. Ha svolto diversi anni di ricerca nell’ambito della procedura penale ecclesiastica e dell’abuso sui minori, pubblicando la sua tesi di dottorato su questo tema. Dal 2017 è giudice presso il Tribunale diocesano della Diocesi di Coira a Zurigo.
Contatto
Encarnación Berger-Lobato, responsabile Marketing e comunicazione CVS, tel. 079 552 04 40 o berger.lobato(a)bischoefe.ch<mailto:berger.lobato@bischoefe.ch>
Link Comunicato stampa<https://www.ivescovi.ch/nuova-direzione-dellufficio-della-commissione-di-es…>
Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS)
La Conferenza dei vescovi svizzeri è stata fondata nel 1863, come prima assemblea mondiale dei vescovi di un Paese, la quale si riunisce regolarmente, è strutturata dal punto di vista giuridico e ha una funzione di direzione ecclesiastica. Organizzata come un’associazione, è l’unione dei vescovi cattolici di tutte le diocesi nonché degli abati delle abbazie territoriali della Svizzera. Il suo organo supremo è l’assemblea plenaria di tutti i vescovi, che si riunisce quattro volte all’anno.
www.ivescovi.ch<http://www.ivescovi.ch>
Commissione di esperti «Abusi sessuali in ambito ecclesiale»
La Commissione di esperti fornisce consulenza alla Conferenza dei vescovi svizzeri per quanto riguarda gli aspetti psicologici, giuridici, sociali, morali, teologici e politico-ecclesiastici della tematica degli abusi sessuali, nonché per quanto riguarda le pubbliche relazioni necessarie. Essa segue l’evoluzione della problematica all’interno e all’esterno della Chiesa e indica le misure da prendere.
La Commissione di esperti e i suoi membri possono operare anche nell’ambito della formazione iniziale e permanente dei preti e dei collaboratori della Chiesa.
La commissione o i suoi singoli membri possono essere consultati dai vescovi, dalle istituzioni ecclesiastiche e dagli uffici.
Essa può rivolgersi a esperti esterni per lo svolgimento dei suoi compiti.
https://www.ivescovi.ch/gruppi-d-esperti/commissione-desperti-abusi-sessual…<about:blank>
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Communiqué de presse
Nouvelle direction du secrétariat de la commission d’experts «Abus sexuels dans le contexte ecclésial»
La Conférence des évêques suisses (CES) a nommé Karin Iten et Stefan Loppacher à la direction conjointe du secrétariat de la commission d’experts «Abus sexuels dans le contexte ecclésial». Mme Iten et M. Loppacher reprennent la direction du secrétariat à partir du 1er octobre 2021, qui était assumée depuis 2002 par Mgr Joseph Maria Bonnemain, qui a été nommé évêque de Coire.
Le secrétariat pourra compter sur l’expertise reconnue de Karin Iten et Stefan Loppacher. Mme Iten et M. Loppacher travaillent déjà ensemble auprès de l’évêché de Coire à 50% chacun en qualité de chargée et chargé de prévention. Ils se partageront un poste à 30% au secrétariat de la commission d’experts. Le secrétariat de la commission d’experts a notamment pour tâches la mise en réseau et la coordination des mesures régionales en matière d’intervention et de prévention des abus sexuels dans le contexte ecclésial. Le secrétariat travaille étroitement avec la CES, dont elle est toutefois indépendante substantiellement. Mme Iten et M. Loppacher travaillent à Zurich.
Karin Iten a étudié les sciences de l’environnement à l’EPF et peut se targuer d’une longue expérience dans la formation d’adultes, les activités de conseil et le travail de projet en matière de prévention de la violence. Ancienne directrice du service spécialisé Limita pour la prévention des abus sexuels, elle a présidé à sa destinée pendant onze ans et en a fait un centre de compétence reconnu en Suisse alémanique.
Stefan Loppacher a étudié le droit canon à Rome. Pendant plusieurs années, il a effectué des recherches dans le domaine de la «procédure pénale ecclésiale et les abus sexuels à l’encontre de personnes mineures» et a publié en 2017 sa thèse de doctorat sur ce sujet. Depuis 2017, il exerce la fonction de juge à l’officialité de l’évêché de Coire à Zurich.
Contact
Mme Encarnación Berger-Lobato, responsable Marketing & Communication CES, tél. 079 552 04 40 ou berger.lobato(a)bischoefe.ch<mailto:berger.lobato@bischoefe.ch>
Lien vers le communiqué de presse<https://www.eveques.ch/nouvelle-direction-du-secretariat-de-la-commission-d…>
Conférence des évêques suisses (CES)
La Conférence des évêques suisses a été fondée en 1863; elle a été la première assemblée au monde des évêques d’un pays à se rassembler régulièrement, à avoir une structure juridique et exercer des fonctions de direction ecclésiale. Constituée en association, elle réunit les évêques catholiques de tous les diocèses ainsi que les abbés des abbayes territoriales de Suisse. Son organe suprême est l’assemblée ordinaire de tous les évêques, qui se rencontre quatre fois par année.
www.bischoefe.ch<http://www.bischoefe.ch>
Commission d’experts «Abus sexuels dans le contexte ecclésial»
La commission d’experts conseille la Conférence des évêques suisses au niveau des aspects psychologique, juridique, social, moral, théologique et de politique ecclésiale des abus sexuels, ainsi que dans les relations publiques nécessaires. Elle suit l’évolution de la problématique à l’intérieur et à l’extérieur de l’Église et indique les mesures à prendre.
La commission d’experts et ses membres peuvent également être actifs dans la formation initiale et continue des prêtres et des collaborateurs de l’Église.
La commission d’experts ou certains membres de la commission peuvent être consultés par les évêques, des institutions et des instances de l’Église.
La commission d’experts peut consulter d’autres experts pour l’accomplissement de sa tâche.
https://www.eveques.ch/groupes-dexperts/commission-dexperts-abus-sexuels-da…
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Communiqué de presse
Les Églises nationales soutiennent l’extension du certificat obligatoire
L’Église évangélique réformée de Suisse (EERS) et la Conférence des évêques suisses (CES) soutiennent les mesures supplémentaires visant à freiner la propagation du coronavirus présentées mercredi par le Conseil fédéral. Elles considèrent que l’élévation de la limite de participation autorisée sans certificat à 50 personnes pour les cultes et autres manifestations religieuses est le résultat de l’intervention des Églises nationales lors de la consultation.
L’augmentation du nombre de contaminations et d’hospitalisations dues au coronavirus indiquent une quatrième vague de la pandémie. Les Églises nationales observent ces évolutions avec inquiétude et sont prêtes à continuer à contribuer à l’endiguement de l’épidémie et à s’engager dans leurs rangs en faveur de mesures de protection efficaces.
Dans le système de « feux » que le Conseil fédéral a instauré au printemps 2021 lors de l’introduction des certificats Covid, les manifestations religieuses étaient classées jusqu’ici dans le «domaine vert». Elles étaient ainsi explicitement exclues de l'application du certificat en vertu des libertés et des droits fondamentaux élémentaires. L’obligation de fournir un certificat est désormais étendue, mais en faisant une distinction entre manifestions « relevant des droits fondamentaux » et autres manifestations. Les Églises nationales remercient le Conseil fédéral de considérer l’accès aux offices religieux et autres manifestations religieuses comme important et de n’exiger le certificat qu’à partir de 50 personnes. Elles estiment qu’il s'agit du résultat de l’intervention des Églises auprès du gouvernement avant la décision de ce jour.
Dans cette situation difficile, les Églises nationales considèrent qu’il est de leur devoir de pouvoir continuer à célébrer des offices religieux sûrs et ouverts à toutes les personnes. Elles vont faire tout leur possible pour éviter les contaminations des participantes et participants à ces célébrations.
Les Églises nationales critiquent le fait que les services funèbres et autres rituels d’ensevelissement, également non chrétiens, ne soient pas exemptés du certificat obligatoire. La possibilité de vivre le deuil et de faire ses adieux ensemble est un élément essentiel pour affronter les situations de crise personnelles et sociales. Compte tenu de la situation liée à la pandémie, l’EERS et la CES soutiennent le renforcement des dispositions de protection et espèrent que les mesures seront efficaces. Elles continueront de s’engager activement auprès du Conseil fédéral pour que les services funèbres soient exemptés du certificat obligatoire.
Contact
Église évangélique réformée de Suisse,
Service de la communication, +41 31 370 25 57, dominic.waegli(a)evref.ch<mailto:dominic.waegli@evref.ch>
Conférence des évêques suisses (CES)
Service de la communication, +41 79 552 04 40, berger-lobato(a)bischoefe.ch<mailto:berger-lobato@bischoefe.ch>