Kommission
für Kommunikation und Medien
der Schweizer Bischofskonferenz
Commission
pour la communication et les médias
de la Conférence des évêques suisses
Commissione
per la comunicazione e i media
della Conferenza dei Vescovi Svizzeri
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La Chiesa cattolica lancia
la campagna "Buone notizie in più"
Circa 2000 parrocchie cattoliche in Svizzera ricevono in
questi giorni gli affissi e i documenti relativi alla campagna "Buone
notizie in più". Nell'ambito dell'annuale Domenica dei media, che avrà
luogo il 16 maggio, la Chiesa si prefigge di dare adito a una riflessione
critica sui media e suscitare nel contempo uno spirito d'autocritica.
Quest'iniziativa emana dalla Commissione per la comunicazione e i media della
Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS).
La
campagna "Buone notizie in più", concepita dal celebre grafico
zurighese Beda Achermann, ha già suscitato un certo entusiasmo mediatico,
lanciata com'è in un contesto in cui la Chiesa cattolica si sta illustrando per
le "brutte notizie" legate agli abusi sessuali. Immaginare che la
Chiesa voglia ridorare il blasone tramite questa campagna è, a detta dei
responsabili, falso: "Non si è mai trattato di una campagna PR",
sottolinea André Kolly, presidente a.i. della Commissione per la comunicazione
e i media.
L'abate
di Einsiedeln mons. Martin Werlen, responsabile dei media in seno alla
Conferenza dei vescovi svizzeri, scrive nella lettera d'accompagnamento ai
documenti della campagna: "La nostra Chiesa è chiamata ad annunciare il
Vangelo - la Buona Notizia. I modi di farlo sono variegati. I Vescovi svizzeri
hanno deciso di attivarsi e di impegnarsi con voi affincé i media diano più
spazio alla Buona Notizia!", sottolineando peraltro: "In queste
settimane la Chiesa è finita in primo piano nei media con brutte notizie. Solo
se affrontiamo con trasparenza ciò che sta dietro a queste notizie, le buone
notizie potranno di nuovo ottenere il posto che meritano".
Vista
l'attualità, alcuni documenti pronti per la stampa sono stati ritoccati. Si
tratta soprattutto di materiale per la preparazione della S. Messa della
Domenica dei media. Nella proposta per la predica, il vescovo ausiliare emerito
di Zurigo, mons. Peter Henrici, scrive: "Catastrofi naturali come il
terremoto di Haiti, guerre come quella in Afganistan, scandali come gli abusi
su bambini e ragazzi anche nella nostra Chiesa: 'brutte notizie' di ogni tipo
dominano le prime pagine dei media. Certamente è compito dei media riferirne in
modo aperto e sincero, ma è anche vero che in questa ondata di cattive notizie,
le buone notizie spesso vanno perse... Sono tutti segni della speranza in un
mondo migliore. Un mondo abitato dalla Buona Notizia del Vangelo."
"Una campagna per la Domenica dei media non vuole propinare lezioni ai
media, bensì si rivolge ai credenti perché facciano un discernimento dei segni
di speranza, al di là del fatto mediatico", insiste André Kolly. La
colletta raccolta durante le S. Messe della Domenica dei media contribuiranno a
sostenere il lavoro mediatico della Chiesa in questo senso.
La
campagna non si riassume però in qualche affisso e nei servizi liturgici. Non
si tratta soltanto d'immagine, ma anche di atti concreti. La Chiesa vuole
raccogliere le notizie di fatti positivi che facciano in un certo modo da
contrappeso al mondo dei media che mettono spesso in mostra conflitti e
scandali. La "buona notizia", come nota André Kolly, "non è
necessariamente destinata alle prime pagine dei giornali, ma è una realtà che
ha un senso preciso per le persone direttamente implicate". Tutti sono
perciò invitati a mandare le lore "buone notizie" sul sito: www.plus-de-good-news.ch.
Per
ogni informazione sulla campagna "Buone notizie in più", favorite
rivolgervi al segretario esecutivo della Commissione per la comunicazione e i
media, Simon Spengler.
E-mail:
simon.spengler@conferencedeseveques.ch tel. 026 510 15 15,
079 667 27 75
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